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MAF Ceprano

Il Museo Archeologico e la realtà territoriale di una città di confine

Pier Giorgio Monti

Inaugurato nel 1989 e completato nel 1991, il Museo ospita alcuni reperti significativi provenienti dal sito dell’antica Fregellae (328-125 a.C.).
Nella prima sala sono conservati alcuni frammenti dell’altare in tufo del santuario di Esculapio e un modellino dell’antico complesso cultuale del suo santuario, consistente in un portico colonnato di stile dorico a tre bracci, all’interno del quale era contenuto il tempio, che sorgeva su di un podio in cementizio, del tipo a “cella trasversale. Nella sala è anche conservato un grande frammento policromo di stucco che anticamente ricopriva la parete interna del portico. Si tratta di una decorazione che imita elementi lapidei. In alto è visibile un frammento di capitello dorico, un piccolo resto di stucco rosso che ricopriva la scanalatura delle colonne e un grande pezzo del fregio dorico.
La seconda sala custodisce alcuni esempi della decorazione architettonica del santuario di Esculapio. Sono infatti visibili alcuni frammenti della decorazione a stucco che era posta sulla parte superiore della parete interna del porticato del santuario e una lastra modanata con protome leonina pertinente al gocciolatoio del tempio. Sono anche conservati frammenti della decorazione policroma fittile del tempio e una sima frontonale raffigurante una Nike (Vittoria) su quadriga in corsa. Nella stessa sala è anche conservata una lastra con testa femminile che sorge da un cespo di acanto.
Un piccolo monetiere mostra una raccolta di monete rinvenute nel corso degli scavi e provenienti da varie città del mondo romano del tempo di Fregellae; esse sono testimonianze delle attività e degli scambi commerciali che facevano confluire in città denaro da tutto il mondo contemporaneo.
Nelle altre vetrine sono visibili numerosi materiali appartenenti al ricco apparato decorativo templare. Particolare importanza rivestono i frammenti dell’altorilievo decorativo del frontone del tempio, che narrava forse un episodio del mito degli Argonauti, e i resti delle due statue di culto (Esculapio e Igea?) che erano venerate all’interno del tempio. In alcune vetrine sono numerosi esempi di ex-voto.
Nella terza sala è visibile un pavimento in cocciopesto decorato da tessere bianche e da una fascia con meandro e svastiche. Sulla facciata opposta sono due grandi vetrine contenenti sei telamoni che facevano parte della decorazione delle terme cittadine.
Nella quarta sala sono esposti alcuni importanti materiali rinvenuti nell’ambito delle domus fregellane. Al centro della sala campeggia un mosaico pavimentale, uno dei più antichi sinora conosciuti in ambito romano, raffigurante un medaglione composto da tessere di terracotta e calcare disposte a formare un fiore a sei petali.
Nelle vetrine poste attorno al mosaico sono visibili alcune maschere teatrali in terracotta che ornavano una delle case situate in prossimità delle terme. Si tratta di oggetti importanti che forse indicano un’attività teatrale a Fregellae, peraltro confermata dalla notizia dell’esistenza di un autore di commedie fregellano: Terenzio Libone.
Le raffigurazioni di trofei militari, di prigionieri e di vittorie alate sono la testimonianza della partecipazione dei soldati fregellani alle guerre combattute da Roma all’inizio del II secolo a.C. contro il re Antioco III di Siria. A questo proposito, è notevole la presenza dei frammenti di un rilievo storico che narrava le gesta dei fregellani in almeno due episodi di quella guerra: la battaglia navale di Mionneso e la battaglia campale di Magnesia.
Nelle rimanenti vetrine sono visibili alcuni esempi di ceramica a vernice nera, tipica dell’epoca di Fregellae, alcune arule destinate probabilmente ai culti domestici, una fontanella fittile, una vera di pozzo, un modellino di casa fregellana ed alcuni esempi di anfore.

Il territorio

Ceprano è identificabile con il Fregellanum ricordato negli antichi Itinerari. Sorse come statio sulla Via Latina relativamente al ponte che attraversava il fiume Liri. L’abitato romano si sviluppò dapprima sulla via Latina per poi ritirarsi entro le mura, forse a causa dell’invasione dei Longobardi del VI secolo. Si ha notizia dell’esistenza di un ponte sul fiume Liri nel II secolo da un’epigrafe attestante il restauro operato dall’imperatore Antonino Pio nel 140 d.C. Nel paese sono riconoscibili numerosi materiali di reimpiego tratti dall’area archeologica della vicina Fregellae.
Nel territorio sono state rinvenute numerose tracce di insediamenti rurali, produttivi e/o residenziali, nonché evidenze di due sistemi diversi di centuriazione (la particolare tecnica di divisione agraria utilizzata dai Romani per la distribuzione delle terre ai coloni).
In località S. Angelo al Cannuccio, nei pressi del confine con Castro dei Volsci, sono stati scavati importanti resti di un insediamento di età imperiale, consistenti in un impianto termale (piscina riscaldata e laconicum) e una cisterna che lo riforniva di acqua. Tale insediamento, forse una vasta villa, fu trasformato in chiesa nel Medioevo e assegnato, con altre due chiese cepranesi, all’ordine dei cavalieri Templari nel XIII secolo.

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