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ECOMUSEO ARGIL – Uomo e ambiente nella Valle Latina

Tra Ripi, Arnara, Pofi, Castro dei Volsci, Falvaterra e Ceprano un territorio conserva ancora un cuore verde, testimonianze di eventi geologici, pozzi di petrolio tra il profumo del fieno, colate e bombe di lava del vulcanismo Ernico, manufatti e resti fossili dei più antichi ominidi europei, memorie delle mandrie di elefanti che sostavano sulle rive di scomparsi bacini lacustri, tratti delle antiche vie consolari ed aree archeologiche da riportare alla luce, antichi centri urbani medievali, percorsi botanici e faunistici…

Il Museo preistorico di Pofi, il Museo archeologico di Ceprano, il Museo dell’Energia a Ripi, il Museo e area archeologica a Castro dei Volsci sono i fulcri di un progetto, nato prima del 2004 per la valorizzazione di un’area che si estende per circa 180 kmq e interessa una popolazione di 26.630abitanti.

I Comuni di Arnara, Castro dei Volsci, Ceprano, Falvaterra, Pofi e Ripi in provincia di Frosinone hanno espresso in atti ufficiali la volontà di costituire l’ECOMUSEO ARGIL . Tale proposta è stata recepita dall’Amministrazione Provinciale di Frosinone con deliberazione di Giunta N. 412 del 2.10.2003 e Determinazione del Dirigente responsabile del 22.11.2004

I sei comuni partecipanti all’iniziativa hanno deliberato di istituire un Ecomuseo denominato “Argil” dal nome affettivo attribuito ad un resto fossile umano, attribuito oggi ad Homo heidelbergensis, tra i più antichi in Europa (450.000 anni), rinvenuto nel 1994 nell’area di Campogrande in territorio di Ceprano. L’importanza della scoperta, la cui notizia ha avuto ampia risonanza non solo in campo nazionale, e la morfologia del reperto hanno contribuito a rivedere le ipotesi relative alla diffusione degli ominidi in Europa. Nel mese di marzo 2005 si è svolto a Roma (Università) Pofi e Ceprano un convegno internazionale su questa importante scoperta, cui hanno partecipato paleoantropologi e archeologi provenienti da vari paesi del Mondo.

La scoperta non rappresenta un rinvenimento isolato ma si inserisce in un progetto di esplorazione durato più di 50 anni che ha messo in evidenza l’importanza del Lazio meridionale per gli studi della Preistoria europea.

Tali ricerche hanno tra l’altro, portato alla realizzazione di un Museo di Preistoria di valenza territoriale regionale nel comune di Pofi, alla realizzazione di scavi sistematici nell’area di Campogrande in Comune di Ceprano, e alla collaborazione per studi e ricerche con le principali università italiane ed europee.

Al riconoscimento delle valenze storiche, geografiche e antropologiche del territorio dell’Ecomuseo hanno aderito anche l’Amministrazione Provinciale di Frosinone che è diventata l’Ente capofila e l’Università degli Studi di Cassino che nella sede distaccata di Frosinone ha attivato un corso di Laurea triennale in “Valorizzazione e promozione dei beni culturali nel museo e nel territorio” e convenzioni di tirocinio per studenti con enti e musei compreso il museo preistorico di Pofi, in cui sono esposti centinaia di reperti di faune fossili (compreso il cranio di Ceprano) e manufatti litici provenienti dalla Valle Latina.

Il corso ha preparato decine di laureati che in effetti non hanno trovato nel Lazio meridionale offerte di lavoro adeguate (musei con carenza o assenza di personale, siti archeologici non gestiti, aree naturalistiche depredate, corsi d’acqua sempre più inquinati…). La presenza di un ecomuseo con riconoscimento regionale potrebbe rappresentare un centro di partenza per lo sviluppo di alcuni degli obiettivi previsti dal corso di laurea sviluppando rapporti con le scuole e creare quindi anche posti di lavoro.

Per le valenze di archeologia e storia antica il progetto ha ottenuto anche l’adesione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e paesaggio per le provincie di Frosinone, Latina e Rieti, che rappresenta un punto di riferimento costante per la tutela del patrimonio.

L’area dell’Ecomuseo, corrispondente a quello delle superfici dei sei comuni, si estende per circa 180 kmq e interessa una popolazione di 26.630 abitanti. Per una definizione geografica più precisa, nell’ambito di un territorio indicato generalmente Ciociaria, è stato scelto di utilizzare la definizione di Valle Latina per ragioni geografiche e storiche, così come suggerito anche da Giuseppe Ponzi:

“...Oltrepassati quelli monti il suolo riprende l’aspetto della campagna romana, e guida il viandante verso i monti Prenestini e Lepini che a sinistra e a destra gli si presentano, fra i quali s’introduce per modo da interromperne e discioglierne la continuità. Da un lato e l’altro queste eminenze si prolungano in distese catene, lasciando fra loro una lunghissima depressione percorsa dai fiumi Sacco e Liri, protratti fino a S. Germano ove termina la valle. Questa è la Valle Latina,perchè comprendeva l’antico Lazio, ora occupata per la maggior parte dalla nostra provincia di Campagna, contigua a quella di Terra di lavoro che nel regno di Napoli occupa il confine sudetto.

E dopo la descrizione degli affioramenti geologici e dei vari tipi di fenomeni naturali ed aspetti naturalistici conclude

…Ne deduco in fine, che tali fenomeni di fisica storia diedero a tutta questa regione una immensa ricchezza d’inorganici prodotti, dalla provvidenza destinati al benessere della umana specie. La calce e le pozzolane, elementi per la costruzione della dimora degli uomini vi sono in grande copia diffusi: lave e ghiaje per lastricare le vie: argille per opere figulinarie: combustibili fossili, ferro, bitume, e acque minerali, che messe in uso potrebbero migliorare di tanto la condizione degli abitanti: finalmente la stessa fertilità del suolo negli organici prodotti, tutta dipendente dalla natura di quelli stessi terreni. –(GIUSEPPE PONZI. Roma 15 Decembre 1848,

-Osservazioni Geologiche  Fatte  Lungo  La  Valle  Latina,  Memoria del prof. Giuseppe Ponzi letta nell’Accademia dei Lincei nella sessione 17 del 31 dicembre 1848 (estratta dalla raccolta scientifica gennaio 1849.)

Il riconoscimento dell’Ecomuseo Argil potrebbe rappresentare, anche se tardivamente, una strada per il recupero e la conoscenza di quanto è rimasto dell’antico ambiente.

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